Acquaforte su lastra di microzinco.
Dopo aver preparato una lastra di zinco per la tecnica
dell’acquaforte, ho eseguito delle linee orizzontali adoperando come righello alcune
lame del seghetto apposito per metalli, e come punta un ago dentro a un
portamine, ottenendo così un segno ondulato. Per non rovinare la lastra
incerata è importante proteggerla con della carta, azione apparentemente
banale, ma estremamente importante al fine di garantire una nitidezza di
lettura dell’immagine.
Seguendo lo schema che si adopera per l’acquatinta (1 parte
di acido nitrico 42 Bé e 12 parti d'acqua), ho adoperato come tempi di morsura la
successione di Fibonacci.
Sequenze di riferimento:
30 secondi +
30 secondi +
60 secondi +
1 minuto e 30 secondi +
2 minuti e 30 secondi +
4 minuti +
6 minuti e 30 secondi +
10 minuti e 30 secondi +
17 minuti
Nicola Miceli, le opere degli
incisori dell’ALI.
Il modello
dell'incisione Christ-Lapis III di Toni Pecoraro è il piccolo
dipinto Velo della Veronica (o Testa di Cristo) conservato nel Getty
Museum di Los Angeles, una testa di Cristo coronata di spine, nel giorno della
passione. Il viso è plasticamente definito dal gioco delle ombre e delle luci,
ma la morbidezza degli impasti, i toni smorzati e la finezza degli sfumati lo
rendono dolce, come disposte alla parola le gentili labbra socchiuse. Perché il
dipinto prende il titolo dal velo sul quale rimase impressa l'immagine del suo
volto, quando nel calvario una donna, Veronica, gli asciugò il sudore? Perché
nel dipinto il margine del vestito e il tessuto del fondo sembrano fare velo
con la delicatezza del volto del Cristo. E come tale li ha assunti Toni Pecoraro
che ha compiuto sull'icona del Cristo un'operazione concettuale di riduzione
grafica dei valori pittorici alla diafana consistenza d'un corpo
smaterializzato, di un'impronta figurale, un doppio come osservato attraverso
il diaframma d'un velo. Sorprendente, ammirevole mi pare il modo per rendere
sul metallo con il segno inciso quella diafana impronta sul velo che il suggello
del torchio, altra impronta sull'impronta, dovrà restituire. L'icona incisa in
lieve morsura sulla lastra, Pecoraro la vergherà integralmente di linee incise
a tramare la rada tessitura d'un velo, che filtrerà il nostro sguardo per
accordarlo in essenza visiva, allo sguardo del doppio essenziale del Cristo.
Nello spirito di
Correggio, Annuario dell'ALI 2022 (pag. 151).
Giuseppe Adani, studioso del
Correggio, scheda sull'opera che Toni Pecoraro ha realizzato per la mostra e la
pubblicazione dell'ALI "Nello spirito di Correggio".
TONI PECORARO
Nato a Favara (AG).
Vive e lavora a Montefiore Conca (RN)
Christ-Lapis III,
acquaforte 500 x 350
Descrive l'autore:
"Dopo una
rigatura estremamente attenta della lastra incerata, seguendo lo schema che si
adopera per l'acquatinta (1 parte di acido nitrico 42 Bé e 12 parti d'acqua) ho
adoperato come tempi di morsura la successione di Fibonacci. Sequenze di
riferimento:
30 secondi + 1
minuto e 30 secondi + 6 minuti e 30 secondi +
30 secondi + 2
minuti e 30 secondi + 10 minuti e 30 secondi +
60 secondi + 4
minuti + 17 minuti.
L'ispirazione per
questo straordinario lavoro è germinata in Toni Pecoraro dalla reale intensità
di meditazione sul "Volto di Cristo" del Correggio: una mirabile
tavoletta, ora al J. Paul Getty Museum di Los Angeles, dove il genio emiliano
ha concentrato l'intima personalità del Dio incarnato nel momento in cui,
salendo al calvario e coronato di spine, si volge verso le donne di Gerusalemme
a testimoniare con parole e con uno sguardo vivido e intenso la propria volontà
del sacrificio supremo. In tale momento, come suggerisce decisamente il
pittore, una delle seguaci asciuga con un telo il viso divino e ne riporta
l'impronta come un ritratto. Si tratta dunque del conclamato "velo della
Veronica" che diviene così il documento parlante della drammatica vicenda
narrata nel vangelo di San Luca (23, 28).
Da tale percezione
artistica viene la risoluzione del Toni di conservare nella sua lastra la
caratteristica del velo, della visione recondita di una verità profonda e
sempiterna che supera la consistenza stessa della tattilità per divenire e per
restare un sussulto spirituale al di sopra del tempo. Una scelta rarissima,
forse unica nel panorama incisorio internazionale di oggi. Un pezzo che avrà
una tiratura breve e segreta. Un lavoro delicatissimo del quale è bene
conoscere quanto l'Autore dice, come abbiamo sopra riportato, e come spiega
l'Annuario dell'ALI nel bel testo di Nicola Micieli (pag. 151).
Riprendendo il
colloquio con il Correggio il Maestro incisore si è affiancato ad un suo sommo
collega, lontano nella storia, ed ha dimostrato come l'arco delle grandi opere
possa oggi rivivere con una efficacia che convince ed abbraccia ogni spirito
attento nel contesto della nostra modernità.
G. A.